La derattizzazione è un’operazione delicata, che richiede professionalità e competenza. Non è un caso che anche la legge italiana si sia pronunciata sull’argomento, emanando delle norme sulle derattizzazione alle quali bisogna scrupolosamente attenersi. Poiché l’infestazione dai ratti è rischiosa per la salute umana, è consigliabile rivolgersi sempre a dei professionisti per evitare danni a persone e di incorrere in sanzioni.
La prima legge in materia di derattizzazione è la n. 82 del 1924, la quale sintetizzava la “Disciplina delle Attività di Pulizia, di Disinfezione, di Disinfestazione, di Derattizzazione e di Sanificazione”. Col passare dei decenni il legislatore ha man mano acquisito la consapevolezza dell’importanza della pulizia e degli standard di qualità.
Come si sono evolute le leggi negli anni
Dagli anni 90 in poi si è assistito a un incremento delle norme sulle derattizzazione, che si basava su decreti, ordinanze, circolari, direttive e normative UNI. La difficoltà è data dal fatto che non esiste un unico testo riassuntivo per capire le specifiche modalità di intervento.
Con il decreto legislativo n. 274 del 1997 si è cercato di offrire al cittadino un quadro generico sull’argomento. La suddetta legge puntava a far capire quando è importante una derattizzazione urgente e le modalità per realizzarla.
È fondamentale che una ditta che si occupa di derattizzazione segua scrupolosamente la legge. Anche l’Unione Europea si è espressa sull’argomento, emanando la Direttiva n. 2002/89/CE relativa a misure di protezione e norme contro l’introduzione e la diffusione di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali.
Gli obblighi di legge
Alcuni recenti aggiornamenti delle norme sulla derattizzazione, specificano che determinati prodotti, usati fino a qualche anno fa, da marzo 2018 sono vietati. Rientrano in questa categoria il Bromodalione, il Difenacoum e il Brodifacoum che non sono più venduti a privati o a ditte non specializzate.
Questo aggiornamento ha il compito di tutelare la salute dell’uomo, perché così facendo non si rischia l’avvelenamento provocato dall’utilizzo maldestro di questi prodotti da parte di persone inesperte.
La legge si è pronunciata anche per chi vive in condominio, asserendo che è compito dell’amministratore del condominio programmare l’intervento.